“Io viaggio verso est”. Il primo libro di Riccardo Valsecchi
Ho conosciuto Riccardo Valsecchi a un seminario sul giornalismo in zone di conflitto. Era il 2009 e ci trovavamo in Israele, pochi mesi dopo la fine dell’Operazione Piombo Fuso, la campagna militare israeliana realizzata a Gaza per fermare il lancio dei missili Qassam, Katyusha e Grad dalla Striscia.
Nel 1993 sul Foreign Affairs apparse un articolo intitolato “The Clash of Civilizations?” a firma di un semi-sconosciuto Samuel P. Huntington, professore dell’Università di Harvard. Intento ad affrontare i possibili futuri scenari geopolitici di un mondo non più dominato dalle logiche della Guerra Fredda e, dunque, aperto a nuove speranze e timori, il pezzo fece discutere così tanto, e in modo così animato, da spingere l’autore ad approfondire il tema scrivendo un libro.
Qualche mese fa, durante il Festival Internazionale del Giornalismo, ho avuto modo di conoscere Claudia Bruno, giovane giornalista e studentessa presso la Scuola di Giornalismo di Perugia. Insieme ai suoi colleghi, ha seguito la quarta edizione del festival scrivendo per il blog “Retrofestival”. Interessata alla mia esperienza in Medio Oriente e a questo spazio web, Claudia mi ha intervistato. Abbiamo conversato per ore e alla fine mi ha regalato l’articolo che vi propongo in basso a questa pagina. Colgo l’occasione non solo per ringraziare Claudia (grazie mille, cara!), ma anche per salutare tutti i colleghi della Scuola di Giornalismo di Perugia e gli amici del Festival del Giornalismo. Vi auguro una buona lettura.
Come la stragrande maggioranza dei popoli della Terra, gli ebrei hanno affrontato la propria esistenza alternando tempi di splendore e successo a momenti di grande difficoltà e crisi. Per primi hanno abbandonato il politeismo per abbracciare, con devozione zelota, un Dio che, pur se vendicativo, ha portato la Legge in una situazione di anarchia tra lupi affamati.
“Sirens sound across Haaretz” is the first video I took with my photo camera and edited with my computer. It is not really professional but it is a small personal step with the hope to improve soon. The video is dedicated to the millions of people who lost their life in the most barbaric episode of human beings history: the Holocaust. With my camera I tried to record the three sirens sounds that made Israel and Israelis stop on May 2nd, 8th and 9th. These sirens made people remember not only the victims of the Holocaust but also the Israeli soldiers died in the recent Israeli wars and the civil people killed by terrorist attacks.
Non è una creatura marina con l’aspetto diviso tra quello di una fanciulla e quello di un pesce. Non ha squame, né pinne, ma una voce forte, squillante e amara, che non affascina né ammalia i naviganti, ma segnala l’incombente arrivo di attimi d’importanza collettiva. Come me, l’avrete sentita tante volte nelle versioni più comuni delle autovetture della polizia e dei vigili del fuoco, ma la voce prolungata e monotona della versione più alta di quel dispositivo chiamato ‘sirena’, è un’altra cosa.

















