12.04.2016Alessandro Di Maio

INTERVIEW / Terrorism 2.0: How IS developed new techniques to achieve its goals

Interview published by Egypt Daily News - Five years ago, no one would have expected that a terror group would seize a piece of land the size of one third of Iraq, use social media to promote its propaganda, operate hospitals and universities, and run an oil business to fund itself. Journalist Ahmed Abbas interviewed me, asking me the differences between al-Qaeda and the “Islamic State”. The interview was published by the Egypt Daily News.

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25.10.2015Alessandro Di Maio

La trasformazione della penisola del Sinai

Un pugno di soldati, un blindato, una strada dritta. Il deserto è tutt’intorno, silenzioso, buio, freddo. Siedo sull’asfalto di un checkpoint dell’esercito egiziano, uno dei tanti che il governo ha disposto lungo la strada principale che attraversa il centro della Penisola del Sinai. È quasi l’alba di un giorno di settembre iniziato al Cairo e destinato a terminarsi a Gerusalemme.

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03.03.2015Alessandro Di Maio

BLOG: I poster di Netanyahu in Rechov Mordechai Aliash

Al piano terra del palazzo dove abito, al centro di Gerusalemme Ovest, c’è una delle sedi cittadine del Likud, lo storico partito della destra israeliana, oggi in tutto e per tutto il partito di Benjamin Netanyahu. La sede di Mordechai Aliash è la più vicina alla dimora ufficiale del primo ministro a Rechavia, circa cinquecento metri in linea d’aria, ed è probabilmente quella principale in tutta la città di Gerusalemme.

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22.11.2014Alessandro Di Maio

29 ottobre 2014, fotografia d’Italy

A Roma quel 29 ottobre 2014 il sindacalista picchiato insieme ai suoi operai ha tragicamente affermato la verità. Lo penso non per voler sposare la tesi di un sindacalista e sembrare progressista o chissà cosa, ma perché quelle parole hanno fotografato la realtà storica e attuale di un’Italia che ha tradito Giuseppe Mazzini e che così com’è non merita di esistere.

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08.09.2014Alessandro Di Maio

Racconto breve da Gerusalemme Ovest

Dopo una mattinata passata tra banca, studio fotografico e dottore, voi m’insegnate che non c’è cosa più giusta che mangiare un falafel fatto come Dio comanda. Così vado dal mio falafelaro di fiducia, un ebreo turco d’origine spagnola che parla ancora ladino e che ha un negozio su Jaffa Road, a #Gerusalemme Ovest. È molto anziano, ha i capelli bianchi, è gentilissimo, fa dei panini straordinari e, capendo lo spagnolo, mi risparmia lo sforzo di parlare ebraico. Scambiamo due battute, poi ordino un falafel (costo 15 shekel) e mi siedo.

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31.10.2013Alessandro Di Maio

Kebab, cuore infuocato di amante

Tornato dal Kosovo e privo dell’energia e della concentrazione necessarie a completare la mia tesi, ‘nggignu (dal siciliano: inauguro) il ritorno alla scrittura (dopo mesi di viaggi, esami, paper e guasti al MacBook Pro) con un piccolo tributo a Kadir Nurman, un 80enne turco morto tre giorni fa a Berlino.

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