17.01.2011 Alessandro Di Maio

World Press Photo 2009: il 2008 in foto

Il mese scorso, in occasione della prima presentazione del mio fotoreportage “L’Aquila ferita, il giorno dopo il terremoto” (fai click qui per vederlo), il direttore della sede siciliana della Rai, Salvatore Cusimano, ha detto che “se utilizzato con professionalità, uno strumento sempre più spesso ritenuto obsoleto, come la macchina fotografica, può dare risultati migliori di quelli offerti dalle immagini in movimento, dai video”.

Astenendomi da qualsiasi giudizio di merito sul lavoro da me svolto nelle ore immediatamente successive al terremoto che nella mattina del 6 Aprile 2009 ha devastato L’Aquila ed i paesini limitrofi, dopo essere stato al Museo di Roma in Trastevere per vedere la mostra delle foto vincitrici del World Press Photo 2009, il più importante premio di fotogiornalismo al mondo, sono giunto alla conclusione che non c’è cosa più vera dell’osservazione fatta dal presidente della Rai Siciliana.

Assegnato ogni anno ad Amsterdam dal 1955, il World Press Photo è diventato un appuntamento rituale, un’istituzione del fotogiornalismo mondiale che, nonostante l’età, gode di ottima salute. Lo dimostra la qualità delle fotografie vincitrici ma anche l’elevato numero di partecipanti: 5500 di 124 nazionalità diverse per un totale di 96mila fotografie in concorso, scattate tutte nel 2008.

Oggi il fotogiornalismo è consapevole del proprio ruolo, forse più degli anni passati. E’ comunicativo, espressivo, vero, più delle tante parole stampate sui giornali in crisi o trasmesse dai canali televisivi; e se la diffusione delle macchine fotografiche digitali ha aumentato il numero dei fotografi professionisti e di chi, con passione, si avvicina al mondo della fotografia, è anche vero che ha accentuato la competizione, migliorato la qualità degli scatti e reso più ardua la pubblicazione.

L’edizione del 2009 del World Press Photo è stata vinta dal fotografo statunitense Anthony Suan, che per la rivista “Time” ha affrontato il tema della crisi economica statunitense esplosa lo scorso anno e causa di innumerevoli problemi sociali.

La foto vincitrice in assoluto è quella di un poliziotto – Robert Kole, dell’ufficio dello sceriffo della Contea di Cuyahaga, nel Cleaveland (USA) – che, armato e in assetto da guerra, entra in una casa pignorata per controllare che gli ex proprietari l’abbiano abbandonata o che barboni non se ne siano impossessati.

La foto in bianco e nero scattata da Suan sembra una classica foto di guerra ed è invece solo l'interno di una casa americana dopo lo sfratto dei proprietari. “Ora la guerra nel suo senso classico arriva nelle case della gente che non può più pagare i mutui”, ha detto il presidente della giuria, MaryAnne Golon, mentre un altro membro della giuria, Akinbode Akinbiyi, ha commentato: “in tutto il mondo la gente penserà: questo è quel che sta succedendo anche a noi”.

Suan, conosciuto dai colleghi fotoreporter per i lavori effettuati nei paesi dell’ex blocco socialista e nelle zone di guerra, ha accompagnato la foto vincitrice con altre tre foto interessanti quanto espressive che ritraggono persone in fila per la distribuzione del cibo (guarda qui), brokers preoccupati per il collasso della Borsa Mercantile di Chicago il 28 Marzo 2008 (guarda qui) e un uomo che con disperazione gesticola di fronte Wall Street il giorno del crollo del valore delle azioni della Banca Bear Stearns (guarda qui).

Se Suan è stato premiato come vincitore assoluto dell’edizione 2009, molti sono i vincitori delle diverse categorie in cui il concorso è suddiviso. Da menzionare la foto dell’avvistamento da parte della guardia costiera italiana di un barcone di clandestini che di notte cercano di raggiungere Lampedusa (di Mashid Mohadjerin), quella di un gruppo di protestanti palestinesi che si rifugiano sotto un albero d’ulivo per sfuggire ai gas lacrimogeni sparati dai soldati israeliani in Cisgiordania (di Kevin Frayer), quella di un rivolo di sangue che cola dalla mano di un anziano signore greco di fronte il muro di poliziotti antisommossa durante gli scontri del Dicembre 2008 (di Yannis Kolesidis), quella di un gruppo di bambini salvadoregni che si affacciano dal pulmino della scuola per guardare il corpo steso in strada della madre di un loro compagno uccisa da una banda criminale (di Lissette Lemus), quella che ritrae un uomo nudo che cerca di strisciare all’interno del filo spinato al confine tra Zimbabwe e Sudafrica (di Henk Kruger) e quella che ritrae i guerrieri Masai che, dopo le elezioni del 2007, si sono armati d’archi e frecce per scontrarsi con la tribù rivale dei Kalenjin, nel Kenya Occidentale (di Yasuyoshi Chiba).

Di grande qualità anche le foto di Wojciech Grzedzinski, Gleb Garanich e Justina Mielnikiewicz, che hanno fotografato il conflitto russo-georgiano dello scorso Agosto (guarda qui: 1 e 2), e dei sei italiani premiati: Giulio Di Sturco (Grazia Neri), Davide Monteleone (Contrasto), Paolo Verzone (Agenzia Vu), Massimo Siragusa (Contrasto), Mattia Insolera (Grazia Neri), Carlo Gianferro (Postcart).

Se la premiazione ufficiale è avvenuta il 4 Maggio, per tutto il 2009 le foto vincitrici verranno esposte in varie mostre organizzate da Contrasto, Canon e World Press Photo. La mostra al Museo Roma in Trastevere (Piazza S. Egidio 1/ b) rimarrà aperta fino al 28 Maggio. E’ stato presentato anche un volume (costo 24€) con tutti gli scatti vincitori del concorso.

Articolo pubblicato da LaSpecula Magazine e AlexanderPlatz Blog il 21 Maggio 2009.