Ritorno a Dunaújváros
L’idea era quella di tornare a Dunaújváros e rimanerci un giorno. Ero convinto che la neve avrebbe dato alla città un aspetto diverso da quello che avevo conosciuto in autunno. Per me la città di Dunaújváros era il primo contatto con un mondo sepolto dalla Storia, l’esempio di cosa aveva fatto il socialismo dell’Europa centro-orientale. Centrale geograficamente e nella storia, Dunaújváros rappresentava lo stereotipo di una città di stampo sovietico: neve, freddo, Danubio, industrie pesanti, ciminiere fumanti, casermoni prefabbricati, luoghi ricreativi ancora detti “del popolo”, c’era tutto il necessario. Ci arrivai in auto guidando lentamente per non scivolare sulla strada ghiacciata. Mi ospitò un’anziana signora, parente di una mia amica ungherese. Era un piccolissimo ma accogliente appartamento sulla Barátság Út, la Via dell’Amicizia.