04.01.2011Alessandro Di Maio

Potomac, the American river

Il Potomac è un grande fiume dal nome evocativo e dall’esistenza millenaria, ma come tutto ciò che è del continente americano esso ha una storia non condivisa, spaccata a metà da una data che ha sancito il tramonto di una civiltà e il sorgere di un’altra. All’inizio del 1606 il successore della regina Elisabetta I, re Giacomo I Stuart d’Inghilterra, concesse licenza d’esplorazione e colonizzazione delle coste nord-orientali del continente americano ad una compagnia commerciale chiamata Virginia Company. Questa era suddivisa in due sottocompagnie - la Virginia Company of London e la Virginia Company of Plymouth – che avrebbero dovuto occuparsi rispettivamente della costa che va da Cape Fear (nel North Carolina) a Long Island (nello Stato di New York) e da Chesapeake Bay (tra Virginia e Maryland) all’attuale confine tra USA e Canada.

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04.01.2011Alessandro Di Maio

Sulla tracce di Lincoln, King e Castro

I toni rivoluzionari della campagna elettorale presidenziale portarono numerosi statunitensi a riscoprire o rispolverare le idee e le gesta di personaggi politici, rivoluzionari e padri fondatori. Il parco monumentale di Washington D.C. li rappresenta tutti. Indipendenza, libertà, diritti, schiavitù, tirannia, repubblica, diritti civili, eguaglianza, unione, felicità. Sono tutti termini che ritornano con il monumento a Lincoln, forse quello più ricercato di tutto il parco. Esso potrebbe essere riconducibile a molte importanti ed internazionali figure politiche, tutte quelle che ad ogni visita ufficiali vi si recano per omaggiare uno dei più famosi padri fondatori del Paese nordamericano. Eppure la visita che…

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04.01.2011Alessandro Di Maio

USA 2008, la crisi dell’auto

Parcheggiati sotto gli occhi rossi del grande obelisco bianco, un cospicuo numero di furgoncini esponeva souvenir americani di ogni tipo. A gestire le bancarelle erano per lo più asiatici, donne e uomini minuti seduti sui sedili anteriori intenti a muovere le dita sul bordo esterno della portiera al ritmo della musica gracchiata dallo stereo. Tra le bandiere a stelle e strisce, le macchine fotografiche usa e getta e le statuette di Abraham Lincoln e George Washington, vendevano magliette e tazze in porcellana con i volti di Barack Obama e Hillary Clinton con la stessa nonchalance con cui in Russia si…

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04.01.2011Alessandro Di Maio

Washington e lo sguardo del giornalista

Aspettai il bagaglio seduto su una panchina in compagnia di una grassa signora nera con in testa un cappello adornato da una grossa piuma azzurra. Ci fu detto che per errore le nostre valigie si trovavano al piano sottostante e che le avremmo ricevute personalmente da un addetto incaricato a prenderle. In realtà, come scoprimmo dopo, le valigie erano state prelevate a campione, aperte e controllate per sicurezza. Quando uscii fuori il sole era alto, l’aria fresca e frizzantina, l’ambiente tranquillo, affatto caotico, come insonorizzato dagli alberi forti e robusti tutt’attorno. I parcheggi per le auto erano vuoti, mentre taxi…

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03.01.2011Alessandro Di Maio

ADMITTED in the USA

La mattina del 13 Aprile 2008 andai a votare per le elezioni politiche che avrebbero dato all’Italia una nuova composizione parlamentare e un nuovo governo. Il pomeriggio comprai un nuovo computer portatile, libri e guide, preparai mappe e documenti, segnai indirizzi e numeri di telefono, e quando anche la valigia fu pronta, con il volo Airone 2843 delle 06:30 del 14 Aprile 2008 partii dall’aeroporto di Catania per Roma Fiumicino, dove avrei preso la coincidenza per l’aeroporto Dulles di Washington. Il biglietto era di classe economica, rinforzato però dai vantaggi riservati ai biglietti acquistati dalle istituzioni diplomatiche. Sul volo 967…

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03.01.2011Alessandro Di Maio

Il primo visto da corrispondente

Il 3870 è un treno regionale quasi sempre in ritardo, sporco e affollato. Parte dalla stazione centrale di Palermo, tocca tutte le fermate tirreniche e giunge alla stazione marittima di Messina. Qui si unisce a quello proveniente da Siracusa per diventare l’espresso 1938 Bellini diretto a Roma Termini. E’ quasi mezzanotte quando dalla stazione centrale di Messina salgo sul treno. La carrozza è la numero sei. La cabina è occupata da due anziani coniugi, una suora e due persone di colore. Passano minuti silenziosi. Il treno si muove verso il traghetto. L’imbarco è rumoroso. Uomini in divise fosforescenti e caschi…

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