04.01.2011Alessandro Di Maio

Operazione Soyuz 10-Salyut 1

In Sicilia il mese di maggio è mese di cambiamenti, speranze e idee. Fu proprio nel cambio di stagione che concepì l’idea di trasferirmi in Medio Oriente e lavorare da corrispondente per giornali italiani e stranieri. Presso una casa cantoniera da anni dismessa, ascoltando il ronzio delle vespe e il cicalio delle cicale, ritenendo deboli le difese di un Diritto Privato scaltro quanto grande e pericoloso, mi immaginai in Medio Oriente come forse solo il nostro re, Federico II, lo Stupor Mundi, si immaginò prima di partire alla volta di Gerusalemme. L’idea era semplice. Bisognava partire, trovare la forza e…

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04.01.2011Alessandro Di Maio

Un giornalista dalla Sicilia al Medio Oriente

Dalla terra di Demetra alla terra dei profeti, dal continente Siciliano al crocevia di continenti, dal centro del Mediterraneo al centro del mondo. E’ questo il viaggio che ancora una volta mi appresto a compiere: Sicilia-Gerusalemme, (al momento) solo andata. Oramai tutto è pronto. Aspetto solo di calpestare il suolo pietroso che tutti considerano sacro, di respirare l’aria mediterranea di Giaffa, quella frizzantina e tesa di Gerusalemme, quella greve di Gerico. Vado nel fazzoletto di terra chiuso tra il Mediterraneo e il Mar Morto, dove le parole, le denominazioni e i libri pesano più che altrove. Mi trasferisco in una terra che alcuni chiamano Israele, altri Palestina, Terra Promessa, Terra Santa, Vicino Oriente, Medio Oriente senza sapere che una non esclude l’altra.

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04.01.2011Alessandro Di Maio

Ron Paul, the revolution

Ron Paul è un politico di lungo corso. Anche se si candidato alla nomination presidenziale per il Partito Repubblicano egli non è conosciuto ai più, ma solo a piccoli gruppi di attivisti, studenti, giornalisti e analisti politici. E’ possibile che i media e i cittadini americani si siano soffermati solo su Obama, Clinton e McCain? Lo chiesi alla professoressa Julie Barko Germany, direttrice dell’Istituto di Politica, Democrazia e Internet dell’Università George Washington, e specializzata e conosciuta nel settore delle relazioni tra media e politica. Prima di definire la rivoluzione di Paul, Barko fece una premessa sul rapporto tra giovani statunitensi,…

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04.01.2011Alessandro Di Maio

No taxation without representation

Quando gli Stati Uniti d’America erano ancora un insieme di tredici piccole colonie inglesi situate nella parte nord-orientale del continente americano, l’Inghilterra, dissanguata economicamente dalla ‘Guerra dei sette anni’ impose ai sudditi americani una serie di tasse per rimpinguare le casse statali. Unite al monopolio di fabbricazione che vietava la produzione in loco nelle colonie di ogni tipo di bene industriale, le tasse richieste avrebbero reso ancora più improbabile uno sviluppo industriale ed economico delle colonie, mentre avrebbero rafforzando il monopolio della madrepatria. Intrise di cultura illuministica e consapevoli che il consenso dei contribuenti nella determinazione delle imposte era uno dei cardini tradizionali della libertà inglese fin dai tempi della Magna Charta, le tredici colonie rifiutarono il pagamento delle tasse e posero l’alternativa di inviare i propri rappresentanti al Parlamento di Londra o di essere esonerati da ogni tassa non approvata dai loro rappresentanti.

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04.01.2011Alessandro Di Maio

L’incontro televisivo. Obama vs Clinton

Quando il sole superò il Potomac per rifugiarsi dietro la collina del Cimitero Nazionale di Arlington, nello Stato della Virginia, la capitale della superpotenza mondiale si mostrò in abito da sera, odorante di pesca, illuminata dalle luci bianche dei monumenti e controllata a vista dalle lanterne rosse lampeggianti in cima all’obelisco. In attesa del verde dei semafori, armate di taxi colonizzarono gli incroci delle strade, mentre i marciapiedi, abbandonati da impiegati, sportivi e turisti, si popolarono di vagabondi senzatetto quasi sempre dalla pelle nera e dal viso coperto da berretti e sciarpe di lana. Cartelli artigianali appesi ai pali dei marciapiedi informavano la cittadinanza, ed in particolare i democratici della Virginia, del debate, l’incontro televisivo tra i senatori Barack Obama e Hillary Clinton che si sarebbe tenuto quella sera sul canale ABC. John Edwards, il più a sinistra tra i candidati, si era già ritirato dalla corsa alla nomination democratica.

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04.01.2011Alessandro Di Maio

Al National Press Club di Washington DC

Il 12 Marzo 1908 trentadue giornalisti americani si riunirono alla Camera di Commercio di Washington D.C. per discutere della nascita di un organizzazione per giornalisti americani. Pochi giorni dopo si diedero un proprio statuto e promisero di “promuovere la fruizione sociale tra i membri, coltivare il gusto letterario, favorire rapporti amichevoli tra i giornalisti, aiutare i membri in difficoltà e promuovere gli standard etici della professione”. Da quel momento si riunirono periodicamente in luoghi precari e mutevoli, fino a quando nell’Agosto del 1927 venne inaugurato il National Press Building, il grattacielo al centro di Washington D.C. dove fu collocata la…

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