21 anni sono buoni per andare a Barcelona
Mancavano pochi giorni al Natale. In quel periodo non facevo altro che sperare di evadere, scappare dal solito Natale, dalle noiose domeniche a non far nulla, dal solito paesaggio e dalle solite persone. Per questo motivo partì alla volta di Barcelona di Spagna. Arrivai in aeroporto nel primo pomeriggio di un freddo giorno di Dicembre 2005. Silvia mi aspettava. Era una ragazza catalana, impegnata con me al giornale. All’uscita dello scalo prendemmo un autobus metropolitano che ci portò fino a Plaça de Catalunya, una grande piazza al centro della città da cui partiva la Rambla, la vera arteria cittadina. Imparai da subito che quella strada pedonale divide in due la città vecchia. Da una parte quella turistica, dall’altra quella degli spacciatori di droga, delle puttane, degli edifici malridotti, insomma quella degli artisti.