02.01.2011 Alessandro Di Maio

Schengen tra Austria e Ungheria

Traversai il confine austro-ungherese in una grigia mattina di Dicembre. Mi trovavo su un autobus che percorreva l’autostrada che collega le parti settentrionali dei due paesi. La strada ha due nomi diversi. Per l’Austria è la A4, per l’Ungheria la M1.

Dall’Austria mi portavo l’idea di una Vienna altezzosa, classica e un po’ noiosa. Superato il Lago di Neusiedl entrai in Ungheria dal valico di Hegyeshalom, in prossimità dell’angolo di confine austro-slovacco-ungherese, poco a sud di Bratislava, la piccola capitale slovacca.

Entrai in Ungheria quasi senza accorgermene semplicemente perché il confine austro-ungherese non esisteva più. Era morto poco più di due settimane prima sotto i colpi dell’estensione ad est del Trattato di Schengen. Da quel giorno - era il 21 Dicembre 2007 - l’UE dava il via alla libera circolazione dà e per l’Ungheria.

Il valico di Hegyeshalom era deserto, privo di guardie, filo spinato, segnali stradali e barriere. Non c’erano nemmeno le file di veicoli in attesa di passare. Tutto sembrava appena costruito. Le cabine erano state chiuse e pitturate, e il manto stradale sembrava appena rifatto.

L’autobus rallentò leggermente per addentrarsi nel passaggio obbligato di un casello oramai chiuso, ma riprese immediatamente la sua corsa. L’ingresso in Ungheria fu confermato dai cartelloni pubblicitari scritti in ungherese, dai nomi dei ristoranti e dei motel a bordo strada, dal gestore telefonico dei telefoni cellulari.

Tratto da "Diario del viaggio dei confini orientali"
Dicembre 2007-Gennaio 2008

Questo post è stato pubblicato per la volta su Alexander Platz Blog il 20 Marzo 2008