Scritto per East Rivista di Geopolitica - Sono bastati trenta minuti di conferenza stampa per porre fine al terzo governo Netanyahu. Martedì sera il primo ministro israeliano ha annunciato la rimozione dal governo dei ministri dell’economia Yair Lapid e della giustizia Tzipi Livni, e affermato la propria intenzione a sciogliere la Knesset e indire nuove elezioni politiche.
Un cittadino italiano è stato seriamente ferito all’addome dal fuoco dei soldati dell’esercito israeliano. Il ferimento è avvenuto ieri pomeriggio durante una manifestazione nei pressi di Kfur Qaddum, villaggio palestinese situato a 13 km ovest dalla città di Nablus in Cisgiordania. Il Consolato italiano a Gerusalemme ha confermato il ferimento del connazionale e ha fatto sapere che il giovane, identificato come Patrick Corsi, trent’anni, di Milano, “è ricoverato in ospedale in condizioni stabili e che è fuori pericolo”.
Libya, a country situated in the central-northern coast of Africa. 1,759,541 km2 of land, mostly deserted, in the grip of chaos since the events that followed 2011 revolution against Muammar Gaddafi’s regime. Between January/February 2014, while moving again to Jerusalem, after a period of 6 months spent between Italy and Kosovo in order to complete a course for journalists in conflict zones, I was asked to make a political analysis on the deterioration of the security status in Libya. Today, while reviewing all my datas, I found it and read it again, realizing that in the report, written in February 2014, I was already able to draw the lines of the chaotic situation (Civil War?) that characterized the North-African country in the months that followed increasing the power of the Islamist forces, even though the military participation of foreign powers lie Egypt and UAE. I wanted to share it with all of you. Thanks for reading it.
«Aprite gli occhi e buon lavoro!». «Ciao, buon viaggio!». È così che la sera di Pasquetta nell’antica città di Antiochia, al confine con la Siria, Susan, Andrea ed io ci siamo salutati. Io sarei tornato ad Ankara dopo un viaggio nel Kurdistan turco e nei campi profughi siriani nel sud della Turchia, loro avrebbero dovuto terminare i preparativi per entrare in territorio siriano il giorno dopo insieme agli altri due colleghi, Amedeo Ricucci ed Elio Colavolpe.
Dalla notte tra giovedì e venerdì scorso, quattro giornalisti italiani sono in stato di fermo nel nord della Siria, al confine con la Turchia, sottoposti al controllo dei miliziani di una delle forze ribelli che compongono la galassia di gruppi anti-Assad.
Alon Pinkas è un diplomatico israeliano, già console generale a New York dal 2000 al 2004 e consigliere per la politica estera dell’ex primo ministro Ehud Barak e di altri tre ministri degli esteri israeliani, tra cui Shimon Peres. Dopo il Summit di Camp David ha preso parte ai vari negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. È la persona giusta per chiedere un’opinione sulla visita di Barack Obama in Israele che inizierà domani, 20 Marzo.
