Le ultime ore di Vittorio Arrigoni. Strangolato quasi subito.

L’hanno ammazzato prima della scadenza dell’ultimatum che loro stessi avevano dato. Vittorio Arrigoni, l’attivista italiano rapito giovedì da un commando di terroristi palestinesi di matrice salafita, è stato trovato impiccato in una piccola abitazione periferica nella Striscia di Gaza.
Non è chiaro come Arrigoni sia stato ucciso, ma secondo le prime ricostruzioni rilasciate dal portavoce del governo di Hamas a Gaza, Yiab Hussein, «Arrigoni sarebbe stato catturato mercoledì sera», mentre usciva della palestra per recarsi al ristorante dove era solito andare a cena.
L’italiano sarebbe stato ucciso nelle ore immediatamente successive al rapimento, poco dopo la registrazione del video pubblicato su internet per rivendicare il sequestro e indirizzare l’ultimatum al governo di Hamas.
Nel video, il commando chiedeva ad Hamas di rilasciare entro trenta ore i prigionieri salafiti detenuti nelle carceri della Striscia. In caso contrario, Arrigoni sarebbe stato assassinato.
Gli aguzzini fanno parte del gruppo terroristico “Jamaat al- Tawhid Wal-Jihad”, tradotto: “Gruppo Monoteistico e Jihad”, un movimento salafita presente nella Striscia dal 1970.
Il movimento - legato all’Arabia Saudita e finanziato da alcuni sceicchi sauditi - è presente con sigle diverse in tutto il Medio Oriente e mantiene contatti con al-Qaeda. A Gaza, avversa il governo di Hamas, presieduto da Ismail Haniyeh, con cui in passato Arrigoni si era lasciato pubblicamente fotografare.
Secondo quanto aggiunto dal portavoce del governo, due dei tre uomini che presumibilmente hanno preso parte al commando, sono stati arrestati. Il terzo è ricercato dalle forze di polizia di Hamas. Da quando nel 2007 Hamas è al governo della Striscia, è la prima volta che un attivista straniero viene rapito e ucciso.
Articolo di Alessandro Di Maio pubblicato dal quotidiano "Libero" il 16 Aprile 2011. Photo: saleh1966/allvoices.com